Giovanni Fontana

Biografia di Giovanni  Fontana

 

Giovanni Fontana (Frosinone, 1946) si è sempre definito un poliartista. Dopo le prime esperienze nel campo delle arti visive e del teatro di ricerca, si laurea in architettura, ma nello stesso tempo rivolge grande attenzione alla sperimentazione letteraria e musicale. Alla fine degli anni sessanta inizia a praticare la poesia visuale e sonora realizzando audiovisivi e registrazioni magnetofoniche, affrontando studi e ricerche vocali e performative.

Grazie all'amicizia con Adriano Spatola, di cui ha recentemente curato l'opera poetica (OPERA, [dia•foria e dreamBOOK edizioni, 2020), inizia a frequentare i territori dell’avanguardia internazionale stringendo rapporti di collaborazione con i più significativi esponenti: da Dick Higgins a John Giorno, da Henri Chopin a Bernard Heidsieck, da Julien Blaine a Jean-Jacques Lebel. Già nel 1981 Arrigo Lora Totino lo definisce come “uno dei migliori poeti sonori italiani”. Secondo Henri Chopin è “della stessa scuola di composizione di Paul De Vree e come lui ci cattura, ma, in più, ha una voce superba” (1983). Senza mezzi termini per Spatola “è un maestro”, addirittura “diabolico” (1988). Heidsieck scrive che “abbiamo molto da imparare dal suo combattimento tra la voce e l’assenza” (1989); Pierre Garnier sottolinea la sua “conquista di libertà” (1999); per Gerhard Rühm “la sua poesia sonora è straordinaria” (2003). Nel 1977 inizia la sua collaborazione con Geiger. Partecipa alle antologie commonpress, entra nella redazione di Tam Tam e pubblica il suo primo libro, il testo-partitura per battute visive Radio/Dramma (Geiger 1977), con prefazione di Spatola e interventi di Giulia Niccolai, Carlo Alberto Sitta, Marie Louise Lentengre e Alfonso Cardamone. Intorno all’audiorivista Baobab, grazie all’input di Lora Totino, viene costituito nel 1979 il gruppo di poesia sonora Il Dolce Stil Suono, di cui entra a far parte con Sergio Cena, Agostino Contò, Milli Graffi, Giulia Niccolai, Adriano e Tiziano Spatola.

Fin dagli anni settanta elabora ipotesi teoriche, che mette a punto nel suo Manifesto della poesia pre-testuale (1984). Passando per i concetti di «Hypervox» e di «Maschera elettrofonica» elabora testi creativi e critici che pubblica su riviste italiane e straniere. È tra i fondatori della testata Dismisura. Negli anni ottanta collabora assiduamente alla rivista Anterem. Successivamente è coredattore e coeditore di 3 Vi Tre (discorivista a 45 giri – prima serie), entra nella redazione di Altri Termini e fonda, con Stefano Docimo, Elmerindo Fiore, Raffaele Manica e Tarcisio Tarquini, la rivista di poetiche intermediali La Taverna di Auerbach (1987-1990), del cui comitato internazionale faranno parte, tra gli altri, Henri Chopin, Dick Higgins, Klaus Peter Dencker, Nicholas Zurbrugg, e sulle cui pagine Paul Zumthor scriverà di poesia sonora. Nel 1996 crea la testata di poesia sonora in audiocassette Momo. Nel 2004 cura per Il Verri l’antologia in CD Verbivocovisual. Entra nelle redazioni internazionali delle riviste Inter-Art actuel (Canada) e Doc(k)s (Francia), nel comitato direttivo di Bérénice, nella redazione di Fermenti e, in qualità di consulente scientifico della rivista Le Arti del Suono, cura il fascicolo monografico Poetiche fonetiche ed altro (Aracne, Roma, 2012). Dal 1994 è direttore responsabile di Territori, rivista di architettura e altri linguaggi, pubblicata dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Frosinone.

Sul piano storico-critico partecipa a convegni di studio e pubblica numerosi saggi, tra i quali La voce in movimento. Vocalità, scritture e strutture intermediali nella sperimentazione poetico-sonora (con CD di documenti sonori, Ed. Harta Performing & Momo, 2003), Poesia della voce e del gesto (Editoriale Sometti, 2004), Le dinamiche nomadi della performance (Edizioni Harta Performing, 2006), In forma di libro. I libri di Adriano Spatola (Ed. Biblioteca Civica d’Arte Luigi Poletti, Modena, 2008), L’opera plurale: intermedialità, drammaturgia delle arti, poesia d’azione (Edizioni Harta Performing, 2009), Italian Performance Art (con Nicola Frangione e Roberto Rossini, Sagep Editori, 2015), In fluenti traslati – L'opera poetica di Arrigo Lora Totino (monografia, Fondazione Berardelli, 2018).

A livello creativo è autore di numerose pubblicazioni in forma tradizionale e multimediale. Tra queste, la sua prima antologia personale Scritture lineari (Hetea, 1986); i lavori di poesia visuale Le lamie del labirinto (Dismisuratesti, 1981), L'uomo delle pulizie (Dismisuratesti, 1984), Wasted time (Redfoxpress, Ireland, 2011), …che digerisce l’anima (Ed. Galleria Marcantoni, 2012), Fonemi (Edizioni Peccolo, 2017), La voix et l'absence (Ed. Dernier Télégramme, 2019), No A <-> No Z (con Klaus Peter Dencker, Redfoxpress, 2019); i romanzi sonori Tarocco Meccanico (Altri Termini, 1990) e Chorus (Manni, 2000), con allegato CD; la plaquette micronarrativa Homaly Altrove (Pensionante de’ Saraceni, 1990); i sound texts Questioni di scarti (Ed. Polimata, Roma, 2012 - Premio Feronia 2013) e Déchets (Ed. Dernier Télégramme, 2014); i pre-testi poetici La discarica fluente (Arlem, 1997), Frammenti d’ombre e penombre (Fermenti, 2005) e Discrasie – Sessioni metacritiche (Novecento, Roma, 2018).

Tra le opere intermediali degli ultimi anni, la pièce radiofonica Le droghe di Gardone, commissionata dalla Fondation Louis Vuitton di Parigi (2016), Poema Bonotto, videopoema prodotto per la Fondazione Bonotto (pubblicato in USB pen drive, 2015), l’azione intermediale Akkade ke – Poème épigénétique (Bordeaux, 2017), le performance realizzate per La voix liberée (Palais de Tokyo, Paris, 2019), Le poème en actes (Maison de la poésie, Paris, 2019), VI Performance na dźwięki (MIK, Varsavia, 2019), International Performers Meeting (Panstowowa Galeria Sztuki, Sopot, 2019), Räume für notizen (Alte Schmiede, Vienna, 2020).

Teorico della poesia epigenetica, ne mette a punto i principi nel 2008, nel convegno Intermedialità come arte della memoria, Università di Roma, La Sapienza, 11 febbraio 2008, e ne pubblica i contenuti in una brochure per lo spettacolo I catamoderni. L'impossibile avanguardia (piazza dell'Immacolata, Roma, 15 luglio 2008). Allestisce su queste basi un grande spettacolo alla Centrale Preneste (Teatro per le nuove generazioni, Roma,12 febbraio 2011) e pubblica diverse redazioni del manifesto teorico, fino alla recente stesura inclusa nel volume Epigenetic Poetry (a cura di Patrizio Peterlini, con saggi di Michaël Batalla, Julien Blaine, Giovanni Fontana, Barbara Meazzi, Patrizio Peterlini, Marianne Simon-Oikawa, Gilles Suzanne, Colette Tron; Danilo Montanari Editore, 2020), pubblicato in occasione dell’esposizione personale Epigenetic Poetry al CipM di Marsiglia (2020-21) nell’ambito di «Manifesta 13».

Dal 1984 (Centro Video Arte di Ferrara) ad oggi, ha realizzato diversi videopoemi, autonomamente e nell’ambito del gruppo di ricerca Hermes Intermedia (con i compositori Giampiero Gemini, Valerio Murat e Antonio Poce). Tra le opere più importanti ricordiamo Apple poem (1998), Nuvolari (con Hermes Intermedia, 2005), iCaroBalla (2009), Pneumastolfo (con Hermes Intermedia, 2009), Fotodina(ni)mismo (con Hermes Intermedia, musiche di Ennio Morricone, 2009), Nodi del tempo (2014), Tiro al bersaglio (2015). Con Antonio Poce ha realizzato numerose flash operas di cui ha curato la regia (1995-2000).

La sua produzione acustica è documentata in una vasta discografia, in cassette, in CD e in vinile. Tra la pubblicazioni recenti il disco Epigenetic Poetry (LP + booklet, con testi di Jean-Pierre Bobillot e Patrizio Peterlini, Ed. Recital, Los Angeles, U.S. 2016). Per l’etichetta Recital ha curato le antologie sonore Arrigo Lora Totino / Out of page (LP + booklet, 2017) e Adriano Spatola / Ionisation and other poems (LP + CD + booklet, 2020).

Ha scritto per molti musicisti, tra i quali Ennio Morricone, Roman Vlad, Antonio D’Antò, Luca Salvadori, Umberto Petrin, Alessandro Cipriani. Tra i suoi testi per musica c’è una nuova versione dell’Histoire du soldat di Igor Stravinsky, eseguita, tra l’altro, nel 2004 al Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara, con l’Ensemble del Conservatorio «G. Frescobaldi», diretto da Giampiero Gemini.

     Ha scritto il testo di Elegia per l’Italia, opera composta da Ennio Morricone per i 150 anni dell’Unità d’Italia, proposta in diverse occasioni, tra le quali spiccano i concerti del 1° maggio a Piazza S. Giovanni [Roma, 2011] e all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Auditorium, Parco della Musica [Roma, 08 luglio 2011].

Ha proposto performance in Austria, Belgio, Canada, Cina, Cipro, Francia, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Grecia, Iran, Irlanda, Italia, Lithuania, Messico, Polonia, Romania, Slovakia, Spagna, Svizzera, Ungheria, USA, ecc. Con opere verbo-visive ha tenuto mostre personali ed ha preso parte a circa ottocento mostre collettive; tra queste la Quadriennale di Roma e la Biennale di Venezia. Il suo lavoro è ripercorso nella monografia Testi e pre-testi (Fondazione Berardelli, 2009).

Più volte premiato, ha ricevuto i seguenti premi alla carriera: Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Roma, 1987), Premio «Eugenio Miccini» (Fligline Valdarno, 2008), Premio «Arti in Arti e Mestieri» (Suzzara, 2015), «The Mediator Award» (V Biennale di Poznan, 2016), Premio «Alberto Dubito» (Venezia, 2020).